
Poesia e musica: liriche, chansons e songs del ‘900
31 Maggio @ 17:00

Eleonora Pirondi – Soprano e voce recitante
Sergio Dragone – Tenore e Pianoforte
Marco Guidorizzi – Pianoforte e voce recitante
Un viaggio attraverso i testi poetici del XX secolo di autori come Victoria Aganoor, Guillaume Apollinaire, James Agee e Ada Negri.
Musiche di Riccardo Zandonai, Francesco P. Tosti, Francis Poulenc, Samuel Barber, Ugo Raimondi.
L’esecuzione dei brani si alternerà a letture recitate di alcuni dei testi poetici eseguiti.
Il progetto Poesia e Musica nasce con l’intento di esplorare quel repertorio musicale che prende il nome in base al paese di origine: le Liriche da Camera in Italia, le Chansons in Francia e le Songs nei paesi anglosassoni. Un repertorio accomunato da un filo conduttore: il testo. Infatti, alla fine del XIX secolo e per tutto il XX secolo, il repertorio vocale da camera acquisisce un’importanza crescente nei cataloghi dei compositori. Questo accade perché i compositori iniziano ad avvicinarsi alla poesia con un rispetto maggiore, e la musica diventa un mezzo per esaltare il testo poetico. Prima di allora, solo in Germania, con i Lied di Schubert, si era avuto un connubio così alto tra poesia e musica.
Un esempio significativo è la poetessa lodigiana Ada Negri, i cui testi sono stati musicati centinaia di volte da vari compositori. L’idilio artistico tra il “Vate” Gabriele D’Annunzio e il compositore Francesco Paolo Tosti ha dato vita a numerosi cicli di liriche da camera.
In Francia, la Chanson affonda radici più antiche, essendo erede della romance settecentesca e della mélodie. Famosa è la leggenda che vuole la Regina Maria Antonietta intonare Plaisir d’Amour la sera prima di essere giustiziata.
Francis Poulenc, autore eclettico e orgogliosamente controcorrente nel Novecento, fa della mélodie e del rapporto con la poesia contemporanea uno dei punti di forza della sua arte compositiva. Inoltre, Poulenc si distingue per la sua attività internazionale come interprete al pianoforte. Durante la sua vita, frequentò numerosi poeti francesi di prima grandezza, mettendo in musica i loro testi. L’elenco è impressionante: Guillaume Apollinaire, Jean Cocteau, Max Jacob, Paul Éluard, Louis Aragon, Louise de Vilmorin. Compositore di oltre 150 mélodies dal 1919 al 1961, Poulenc ha lasciato nel genere una serie di capolavori, come le raccolte Le Bestiaire, ou Cortège d’Orphée (Apollinaire, 1919), Tel jour telle nuit (Éluard, 1937), Fiançailles pour rire (Vilmorin, 1939), Banalités (Apollinaire, 1940), e Le travail du peintre (Éluard, 1956).
La Song inglese, purtroppo, ha goduto di minore notorietà nel XX secolo. Infatti, dall’America arrivano spesso sperimentalismi eccessivi che, a volte, fanno perdere valore alla poetica, lasciando spazio a nuovi linguaggi in cui la voce è usata come un tassello importante ma non prevalente. Il musicista Samuel Barber, tuttavia, cercò di evitare lo sperimentalismo di alcuni compositori americani della sua generazione, preferendo armonie e forme relativamente tradizionali. Essendo egli stesso un baritono, ci ha lasciato numerose Songs accompagnate dal pianoforte o dall’orchestra, che sono annoverabili tra le più popolari del repertorio classico del XX secolo